1944-2014: 70 anni dall’ultima eruzione vesuviana

L’ultima eruzione vesuviana, da cui la colata lavica che ha distrutto nel 1944 i due paesi attigui di San Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma, è nota, raccontata e analizzata in un gran numero di pubblicazioni, da quelle storico-locali ai saggi accademici di scienze naturali, dagli atti dei convegni sul rischio vulcanico fino alle guide turistiche di ampia tiratura.
Anche la letteratura ha narrato quei giorni drammatici tra disastro naturale e disastro bellico, come ha fatto Norman Lewis in “Napoli ’44“:

«19 marzo: oggi il Vesuvio ha eruttato. E’ stato lo spettacolo più maestoso e terribile che abbia mai visto. Il fumo dal cratere saliva lentamente in volute che sembravano solide. […] Di notte fiumi di lava cominciarono a scendere lungo i fianchi della montagna».

Oppure come ha scritto Curzio Malaparte ne “La Pelle” [già qui, su questo blog], di cui segnalo la presentazione video realizzata qualche anno fa da Stas’ Gawronski in “CultBook” (7’52″):

In questi giorni ricorrono i 70 anni di quell’esplosione, l’ultima del ciclo che si aprì catastroficamente nel 1631. Considerata la durata dell’attuale silenzio del vulcano napoletano, gli scienziati ritengono che il Vesuvio sia entrato in quiescenza, ovvero in quello stato che separa tra loro due “periodi di attività” e che, stando alla sua storia eruttiva, probabilmente può essere ancora lungo (in passato è durato anche alcuni secoli).
Per l’anniversario, a Napoli e provincia sono state organizzate almeno due occasioni per ricordare e riflettere su quell’evento: una storico-scientifica, l’altra spettacolare. Entrambe sono previste per martedì 18 marzo 2014.

Il primo appuntamento è presso l’Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche (via Mezzocannone 8, Napoli), dove a partire dalle ore 9:30 verranno ricordate due ricorrenze: i 70 anni dell’ultima eruzione, appunto, e i 100 anni della scomparsa di Giuseppe Mercalli, uno dei padri della vulcanologia.
Il programma/invito è questo (anche su fb e sul web):

Clicca sull’immagine per accedere alla versione pdf.

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Il secondo appuntamento è presso il Museo Archeologico Virtuale (via IV Novembre 44, Ercolano), dove verrà proiettato «materiale audiovisivo originale d’epoca, girato dal corpo combattente statunitense e dagli impavidi giornalisti seguito da una carrellata d’immagini selezionate e montate per l’occasione». L’ingresso, per quel giorno, sarà gratuito.
La locandina è questa (anche su fb):

(Clicca sull’immagine per accedere all’evento fb)

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Breve cronologia dell’eruzione vesuviana del marzo 1944:
L’Osservatorio Vesuviano indica, quale data di inizio dell’ultima eruzione, il 13 marzo del 1944, quando un conetto di scorie, accumulatesi all’interno del Gran Cono dopo l’eruzione precedente, collassa a seguito dell’apertura del condotto principale. A distanza di pochi giorni, il 18 marzo, inizia un’intensa attività effusiva caratterizzata dall’emissione di piccole colate laviche lungo il versante orientale e meridionale della montagna e, in seguito, lungo quello settentrionale. In vista degli eventi, è ordinato lo sgombero delle città di San Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma ed è consigliato agli abitanti di Torre del Greco di abbandonare le proprie abitazioni ormai già investite da una continua pioggia di cenere. La lava, lenta ma inesorabile, raggiunge le due cittadine di San Sebastiano e Massa nella mattina del 21 marzo, devastandole entrambe [Foto + Mappa 1 + Mappa 2]. La parte conclusiva, e più spettacolare, dell’eruzione ha inizio già l’indomani, il 22 marzo, con una violenta attività esplosiva che pone fine all’alimentazione lavica e dà inizio a fontane di lava alte fino a 2 km. A queste fa rapidamente seguito il formarsi di un “pino vulcanico” di ceneri e lapilli che raggiunge un’altezza di circa 6 km, per poi collassare in flussi piroclastici verso Sud-Est, investendo le città di Terzigno e dell’agro nocerino-sarnese. Dall’incontro tra il magma e l’acqua in falda originano, come effetto collaterale dell’eruzione, numerose esplosioni freatomagmatiche associate ad intensa attività sismica, che va progressivamente diminuendo fino a cessare del tutto intorno al 29 marzo.
Nella sola San Sebastiano, il piano stradale si innalza di alcuni metri, circa 600 famiglie rimangono senza casa, gran parte della rete viaria è resa impraticabile e la rete idrica è fatalmente distrutta [fonte]. I danni riportati a seguito dell’eruzione sono di 26 morti nell’area interessata da ricaduta di ceneri e causati dai crolli dei tetti delle abitazioni (a Terzigno, Nocera Inferiore e Sarno), dei due centri abitati di San Sebastiano al Vesuvio e Massa di Somma in parte distrutti dalle colate laviche e di tre anni di raccolti persi nelle zone coperte dalle polveri vulcaniche.

[Alcuni giorni fa quell’eruzione è stata ricordata anche da Erri De Luca e da Gipi; ne ho scritto qui]

(Le fotografie sono tratte dal web)

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AGGIORNAMENTO del 24 marzo 2014
Il 28 marzo 2014 a Torre Annunziata il Centro Studi Storici “Nicolò d’Alagno” ricorderà l’eruzione del Vesuvio del 1944 con il convegno “Vesuvio: la paura fa 70!”. Saranno proiettate immagini d’epoca tratte dall’Archivio/raccolta fotografica di Vincenzo Marasco e riprese video recuperate da Angelo Pesce negli Archivi alleati:

Clicca sull’immagine per accedere alla pagina-evento su facebook.

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AGGIORNAMENTO del 20 ottobre 2014:
Domani, 21 ottobre 2014, alle ore 10 presso la Biblioteca Universitaria di Napoli verrà proiettato un filmato inedito dell’eruzione del Vesuvio del 1944, girato dagli Alleati. Altre info sono QUI e QUI.

“Vesuvio 1944”, a cura di Angelo Pesce