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Compio uno studio sul rapporto tra lo spazio abitato e lo spazio immaginato, in particolare quando si tratta di uno spazio a rischio. Il paesaggio influisce sulla cultura? E la rappresentazione del paesaggio ci racconta qualcosa del rapporto con la natura? Che percezione del rischio è stata elaborata dagli abitanti del vulcano «più famoso del mondo»?

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Il tema del rischio è molto vasto ed è difficile fornirne un quadro esaustivo, ma volendo dare una breve presentazione di questo blog, segnalo che tra i suoi argomenti principali ci sono la storia, la comunicazione mediatica e le rappresentazioni (di varia natura, anche letterarietelevisive e cinematografiche) del rischio vesuviano. Vi affronto spesso il tema del piano di emergenza (e quel che vi è connesso: prevenzione, perimetrazioneesercitazioni, gemellaggi, negoziazione politica…) e il legame tra rischio vulcanico e rischio ecologico (discariche, dissesto idrogeologico, cementificazione). Non mancano, infine, post sulla religiosità e sul blaming (processi), sull’allarmismo di apocalittici e complottisti (quasi sempre bufale, puntualmente smentite dalla scienza), sulla resilienza (da costruire) e sulle località abbandonate in seguito ad una catastrofe.

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In una sezione privata del blog curo un archivio sugli ambiti seguenti:

  1. Disastri: vi sono notizie prese dalla stampa relative a rischi naturali (e non) di differenti tipologie; le informazioni sono ordinate per data e con l’indicazione del tipo di agente d’impatto (oltre dell’area geografica interessata), ma naturalmente non è una lista esaustiva (né segue dei criteri rigidi su cosa sia “disastro”).
  2. Esercitazioni: vi conservo le notizie sulle esercitazioni (effettuate o in programma) a proposito dei rischi (naturali o meno) presenti in Italia o altrove.
  3. Vie di fuga: vi archivio informazioni sulla “via di fuga” per eccellenza dell’area vesuviana, ovvero la Strada Statale 268 (o “del Vesuvio”); è un asse pressoché circolare intorno al vulcano e presenta molte criticità: dalla forma, appunto circolare e non radiante, alle sue dimensioni e al numero di carreggiate, inoltre vi si contano frequenti incidenti automobilistici, spesso mortali.
  4. Turismo: il Vesuvio è uno dei principali attrattori turistici italiani (e potrebbe esserlo ancora di più, certo, ma questo è un altro discorso), così come l’Etna, lo Stromboli o, altrove, il Kilauea, il Fuji e tanti altri vulcani in giro per il pianeta; l’accoppiata tra turismo e vulcani, però, non sempre è equilibrata e, talvolta, può essere molto pericolosa (per l’ambiente, la sicurezza in generale, l’economia e, talvolta, per la sopravvivenza stessa). Qui raccolgo notizie provenienti dal mondo sul tema della turisticizzazione dei vulcani, appunto.
  5. Sindromi: vi raccolgo articoli sulla reazione psico-sanitaria dei sopravvissuti alle catastrofi.

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