“Allarme Vesuvio”; e ho detto tutto

Come ho già scritto altre volte, per una ampia gamma (pseudo)giornalistica il Vesuvio è una notizia bomba (spesso lo “pseudo” è concreto: specie sul web, girano siti che sembrano giornalstici ma non hanno alcuna credenziale, almeno formale): tutto ciò che conta per questo tipo di informazione è il titolo, sufficientemente clamoroso da indurre un click, da cui discende il resto, che è ciò che davvero conta per loro: aumento dell’audience, dunque della pubblicità e degli introiti economici. Da qualche giorno, in questa schiera va inserito anche l’ “Huffington Post Italia“, che con un articolo imbarazzante è riuscito a non dire alcunché in merito a ciò che il titolo prometteva (ma, come dirò, è l’intera notizia ad essere stata coperta in maniera inadeguata e incompetente da numerosi organi d’informazione, anche riconosciuti).

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Clicca sullo screenshot per accedere all’articolo dell’Huffington Post Italia.

In meno di quindici righe viene trattato (omettendo nomi e confondendo ambiti) un argomento ritenuto grave se, nel testo stesso, viene specificato che riguarda «un’area fortemente a rischio, dove vivono oltre tre milioni di persone». Nel brano, firmato dalla Redazione, viene affermato che l’eruzione del Vesuvio è una possibilità, ma questo è un errore perché, in realtà, si tratta di una certezza (ripetuta da anni), sebbene non si sappia bene come avverrà tale eruzione (esistono, tuttavia, degli scenari previsionali) e si ignori del tutto il quando si verificherà l’esplosione (ed è intorno a tale incertezza che si gioca la partita scientifico-politico-sociale del rischio geologico in provincia di Napoli).
Come dicevo, in poche righe non solo non viene detto nulla nel merito, ma ci sono addirittura omissioni e confusioni. Si fa riferimento a due vulcanologi, ma non ne viene fatto il nome, rimandando ad un’intervista dei due al “Giornale” (che, in realtà, non esiste; c’è, piuttosto, un servizio di “SkyTG24” in cui parlano i due scienziati); poi si mischia il caso flegreo a quello vesuviano (da tempo, i due studiosi sostengono che nel sottosuolo ci sia un’unica «sacca di magma» per i due vulcani, ma lo stato urbanistico di superficie delle due aree è piuttosto diverso e, sebbene preoccupante in entrambi i casi, comporta problematiche differenti) e, infine, si usano come sinonimi concetti (e strumenti) diversi come il “piano di emergenza” e il “piano di evacuazione” (che, restando sul generale, andrebbero ripensati, non semplicemente rinnovati).

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Clicca sullo screenshot per accedere all’articolo del “Giornale”.

Per saperne di più, dunque, ho cercato altre fonti. Innanzitutto l’articolo citato del “Giornale“, che è altrettanto sciatto e scialbo, dove tuttavia si viene a sapere che i due studiosi sono Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo dell’Osservatorio Vesuviano, i quali avrebbero lanciato un nuovo allarme vulcanico dalle pagine della prestigiosa rivista “Nature“, sul cui website, però, non c’è traccia di contributi recenti sull’argomento in oggetto.
Allora ho consultato “Il Mattino“, in cui c’è qualche ulteriore informazione (ma anche in questo caso col solito fraintendimento: «Settantuno anni dopo il Vesuvio potrebbe tornare a eruttare? E’ una possibilità»; no, è una certezza, ma non si sa quando, sicuramente non domani). L’articolo è arricchito da un’intervento di Francesco Emilio Borrelli, consigliere della Regione Campania per la lista Davvero Verdi, che su questo argomento non fa mai mancare la sua voce, a mio avviso sempre sbagliando obiettivo: da un ambientalista ci si aspetterebbe attenzione al delirio cementizio che ha causato la vulnerabilità dell’area, non una vacua denuncia dell’insufficienza del piano di emergenza (che possiamo rifare quante volte vogliamo e seguendo principi sempre diversi, ma che non mitigherà mai il rischio, il quale invece richiede altri interventi).

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Clicca sullo screenshot per accedere all’articolo del “Mattino”.

Il consigliere, inoltre, critica l’eventualità di trivellazioni in area flegrea strizzando l’occhio alle montanti pulsioni antiscientifiche tanto di moda tra i politici italiani (io, nel merito, non ho le competenze per affermare alcunché, se non intravedere grigi interessi economici) e poi si lancia in un annuncio impegnativo (una tecnica comunicativa consolidata e, a quanto pare, vincente, visto il consenso dei promettitori di professione): «Con la Regione Campania ci faremo promotori di un new deal affinché i piani vengano realizzati». Questi, infine, a detta del Dipartimento di Protezione Civile «esistono, da anni, e sono entrambi [dei Campi Flegrei e del Vesuvio] attualmente in corso di aggiornamento» (ma, tanto per restare in superficie, se la popolazione non li conosce, che valore ha tale esistenza?).
Per concludere, la notizia è stata diffusa anche in televisione attraverso “SkyTG24“, in un servizio di 4 minuti, con interviste a Mastrolorenzo e Pappalardo e, in chiusura, al diretore dell’OV Giuseppe De Natale:

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Clicca sullo screenshot per accedere allo streaming del servizio video di SkyTG24.

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PS: l’intera faccenda l’ho conosciuta tramite questo post su fb.

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AGGIORNAMENTO del pomeriggio del 24 agosto 2015:
Le considerazioni di questo post, come spero sia chiaro, riguardano esclusivamente l’aspetto giornalistico e culturale degli ultimi episodi relativi all’informazione sul rischio vulcanico in area napoletana; non toccano gli aspetti vulcanologici, sui quali non ho competenze tecniche. Reazioni, tuttavia, ci sono state anche su questo specifico ambito, come le precisazioni del direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Giuseppe De Natale, in merito alle affermazioni dei due ricercatori citati. Il testo è stato diffuso con una nota ufficiale del 23 agosto (ieri, ma l’ho scoperta solo ora attraverso Vesuviolive, e questo mi porta a riflettere sull’efficacia dell’attuale comunicazione ufficiale da parte dell’OV e del DPC, della quale scriverò presto):

Precisazioni del Direttore in merito alle notizie diffuse da alcuni media sullo stato del Vesuvio

Ieri ed oggi numerosi cittadini hanno telefonato alla nostra Sala Monitoraggio, diversi di loro evidentemente turbati da quanto appreso, per segnalare notizie allarmanti sui nostri vulcani provenienti da alcune testate giornalistiche e TV.
Per questo ritengo doveroso fare le precisazioni seguenti.
A tutti ribadisco che l’Osservatorio Vesuviano,sezione di Napoli dell’INGV, è l’unico Ente che rileva e studia sistematicamente e con continuità i dati di monitoraggio delle aree vulcaniche campane: Vesuvio, Campi Flegrei ed Ischia, ed emette periodicamente Bollettini che contengono tutte le informazioni rilevanti, nonché le eventuali variazioni di attività, su questi vulcani. I nostri Bollettini sono disponibili a tutti, perché pubblicati nelle sezioni specifiche di questo web. Pertanto, ogni informazione sullo stato dei vulcani campani che non provenga da canali ufficiali dell’INGV potrebbe riportare l’opinione personale di qualche singolo ricercatore, italiano o straniero, oppure di qualche giornalista, politico p semplice cittadino, ma non riflette in alcun modo la visione ufficiale dell’INGV che, come si è detto, è l’unico Ente che rileva e studia in maniera continua, sistematica ed in tempo reale, lo stato dei vulcani.
I cittadini quindi, e gli stessi giornalisti, se desiderano avere notizie certificate ed aggiornate sullo stato dei vulcani campani, possono consultare il presente sito web o rivolgersi ai Colleghi di turno presenti in Sala Monitoraggio 24/24 h oppure (per questioni particolarmente importanti e/o per concordare interviste) alla Segreteria di Direzione nelle ore lavorative (i rispettivi numeri telefonici sono riportati nella sezione ‘contatti’ di questo sito). Il nostro Istituto è sempre+ disponibile ad informare correttamente ed a rispondere a qualunque domanda dei cittadini e dei media, relativamente allo stato dei nostri vulcani.
Nello specifico, a commento delle notizie diffuse ieri ed oggi da alcuni media e che hanno evidentemente causato ansia e preoccupazione in una parte di popolazione, si rileva quanto segue:

1) Non esiste alcun lavoro pubblicato dalla rivista ‘Nature’ a firma congiunta dei Ricercatori citati dai media in questione;

2) Il Vesuvio è un vulcano attivo, come i Campi Flegrei ed Ischia, quindi non c’è bisogno di alcuna nuova ‘scoperta’ per sapere che prima o poi potrà eruttare; possibile eruzione che però non è sicuramente imminente, visto che non c’è alcun segnale che distingua l’attuale attività da quella degli ultimi 71 anni, ossia quiescenza;

3) Il fatto che esista una sorgente, laminare, di magma tra 8 e 10 km di profondità che alimenta tutta l’area vulcanica campana non è stato scoperto dai Ricercatori citati bensì da chi effettuò, tra il 1994 ed il 2001, gli esperimenti di tomografia sismica al Vesuvio ed ai Campi Flegre (tra cui il sottoscritto); è un fatto talmente noto che anche il numero di Settembre di Focus, nel suo articolo sui nostri vulcani, lo rende graficamente nella figura principale; e non ha alcuna implicazione allarmistica: semplicemente, nei primi anni del 2000, riuscimmo a definire, come forma e come profondità, la sorgente magmatica di alimentazione primaria dei vulcani campani;

4) I 20_30 cm di sollevamento di cui si riferisce non sono relativi al Vesuvio bensì all’area dei Campi Flegrei, e sono stati accumulati in più di 10 anni.

Il Direttore

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INTEGRAZIONE del 25 agosto 2015:
Due segnalazioni:

  • Un’amica astrofisica ha scritto un post ironico tra macchie solari e allarmi vesuviani: QUI.
  • Questo mio post è stato citato in un articolo del blog “SPGeology”, che ieri aveva già affrontato il tema dell’ultima bufala vesuviana: “[queste pseudo informazioni] normalmente le lascio passare e non le condivido nè ne parlo per non regalare loro altri clic, ma stavolta mi sono proprio scocciato” (condivido pienamente).

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AGGIORNAMENTO del 28 agosto 2015:
Sul “Mattino” di Napoli c’è una coda delle polemiche seguite all’ultimo allarmismo sul Vesuvio; lo racconta “San Sebastiano al Vesuvio News” (l’articolo è riprodotto tra i commenti: qui).

11 thoughts on ““Allarme Vesuvio”; e ho detto tutto

  1. La cosa che più mi ha colpito, e che è stata reiterata da tutti gli organi di stampa come affermazione degli scienziati, è quella del termine caldera. La caldera non è un bacino magmatico, la caldera è il Monte Somma, è il vulcano estinto di Roccamonfina. La caldera è una depressione spesso circondata da ripidi pendii ed è dovuta allo sprofondamento di un precedente edificio vulcanico. Sarebbe bastato consultare un comune dizionario della lingua italiana, anche on-line, per capire l’errore ma forse alla presunzione del giornalismo italiano si chiede troppo. Per il resto hai espresso egregiamente la situazione dell'”informazione” sull’argomento in questione. Ho provato a contattare De Natale ma evidentemente valgo meno delle caldere di Sky e soci e del New Deal di Borrelli.

  2. La replica del DPC al consigliere campano Borrelli:

    “Il Giornale della Protezione Civile”, 24 agoso 2015, QUI

    VESUVIO E CAMPI FLEGREI: I PIANI DI EMERGENZA ESISTONO DA ANNI E NON SONO CALATI DA ROMA. IL DPC RISPONDE AL CONSIGLIERE BORRELLI
    Nessuna sottovalutazione del potenziale pericolo Vesuvio e campi Flegrei, i piani di emergenza esistono, è stata ridefinita la nuova zona rossa per l’area da evacuare in caso di ripresa dell’attività eruttiva, individuati i gemellaggi tra i Comuni coinvolti e le Regioni che dovranno accogliere la popolazione evacuata: il DPC risponde alle accuse del consigliere campano Francesco Emilio Borrelli
    di Redazione

    La recente pubblicazione di uno studio sulla pericolosità Vesuvio e dei Campi Flegrei a cura di due vulcanologi italiani, Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo, che ipotizzano una possibile eruzione dovuta a una sacca magmatica ospitata in una caldera a una profondità di 10 chilometri che potrebbe risalire in superficie, ha scatenato gli strali del consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli (Davvero Verdi): “Nonostante gli allarmi lanciati da studiosi e scienziati di tutto il mondo – ha infatti dichiarato il consigliere – i vertici della Protezione Civile Nazionale guidati prima da Bertolaso e poi da Gabrielli non hanno realizzato o aggiornato i piani di evacuazione. Il Piano del Vesuvio – ha aggiunto Borrelli – non è stato mai aggiornato in modo concreto informando le popolazioni locali. Quello dei Campi Flegrei non esiste per non parlare di quello di Ischia mai neanche ipotizzato. Invece il Ministero dell’Ambiente vorrebbe autorizzate trivellazioni per realizzare impianti geotermici in zone come i Campi Flegrei ad altissima densità abitativa o mete turistiche. Con la Regione Campania – ha concluso – ci faremo promotori di un new deal affinché i piani vengano realizzati. Nelle more è impensabile trivellare o fare esperimenti pericolosi nelle caldere dei vulcani”.
    Immediata la reazione del Dipartimento nazionale della Protezione Civile che smentisce in pieno le affermazioni del consigliere Borrelli, peraltro già assessore della Provincia di Napoli alla protezione civile e che quindi, come tale, quindi, scrive il DPC, “avrebbe dovuto interessarsi a suo tempo dei piani di emergenza”.
    “I piani di emergenza – ricorda il Dipartimento – non sono strumenti calati da Roma, ma il risultato del lavoro congiunto di tutti i livelli territoriali; per Vesuvio e Campi Flegrei esistono, da anni, e sono entrambi attualmente in corso di aggiornamento. In particolare, come ogni cittadino che sia davvero interessato all’argomento e non solo per fare strumentale polemica può approfondire nelle sezioni dedicate sul sito istituzionale http://www.protezionecivile.gov.it, negli ultimi anni, non senza difficoltà, il Dipartimento nazionale, in stretto raccordo con la struttura regionale di protezione civile e con l’INGV, ha avviato numerose attività per l’aggiornamento della pianificazione: ridefinizione delle zone rosse sulla base del nuovo scenario scientifico di riferimento, aggiornamento a tutti i livelli dei numerosi elementi di cui si compone il piano globale, ridiscussione con le Regioni dei gemellaggi, individuazione di una corretta veste giuridica per la pianificazione finale. Per non parlare dei corsi di formazione per i tecnici comunali, per il personale delle strutture operative territoriali e delle componenti del sistema di protezione civile coinvolte quotidianamente nelle attività di preparazione e pianificazione”.
    “Per il Vesuvio – prosegue la nota del DPC – a valle della pubblicazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri che stabilisce definitivamente la nuova zona rossa per l’area vesuviana, il Capo del Dipartimento della Protezione Civile ha recentemente emanato le indicazioni alle Componenti e alle Strutture operative del Servizio Nazionale per l’aggiornamento delle pianificazioni di emergenza ai fini dell’evacuazione cautelativa della popolazione della zona rossa (pubblicate in Gazzetta Ufficiale il 31 marzo scorso), decreto che sta guidando i lavori dell’intero servizio nazionale di protezione civile in questi mesi. Nel frattempo, nel febbraio di quest’anno la Regione Campania ha approvato anche la nuova delimitazione della zona gialla della pianificazione nazionale. Anche per i Campi Flegrei, per i quali la Regione Campania ha approvato sia la nuova zona rossa sia, con la delibera n. 175 di aprile, la zona gialla si seguirà l’iter giuridico-normativo previsto per il piano di emergenza per rischio vulcanico al Vesuvio”
    .

  3. Tra i commenti di questo post sulla pagina fb del consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli si è sviluppata una ricca discussione tra il politico e il signor Davide Iacono: altamente indicativa della preparazione dei nostri amministratori. Da conservare.

    Tra le affermazioni più clamorose del consigliere regionale, segnalo le seguenti:
    1) “l’osservatorio vesuviano non è il vangelo e infatti non è preso in considerazione dagli scenziati mondiali
    2) “tra poco pubblicherò la lettera degli scenziati che distruggono le sciocchezze scritte dall’osservatorio
    3) “a livello internazionale sono molto attenti mentre all’osservatorio vesuviano si pensa molto ad avere consulenze ed incarichi. Non a caso non esistono i piani di evacuazione
    4) “de natale e gli altri non hanno i titoli scientifici di mastrolorenzo.
    5) “anche all’Aquila rassicurarono la popolazione

    L’intera conversazione è questa:

    • Iacono Davide: Pero la bufala sul Vesuvio si poteva risparmiare
    • Francesco Emilio Borrelli: nessuna bufala. Tutto confermato dagli studi di due vulcanologi pubblicata su NATURE
    • Iacono Davide: Francesco, l osservatorio vesuviano ha smentito , ed lui l ente che può “parlarne”
    • Iacono Davide: Come pure l articolo sulla fogna in mare …..l isola scarica da 18 condotte h24….ora si clamore per una perdita a 150mt ,qnd da sempre scaricano a 400mt…..nulla di già noto, come anche noto che il Vesuvio e li e tra un centinaio d anni o una settimana avrà il big-one e nessuno potrà opporsi.
    • Iacono Davide: http://www.vesuviolive.it/ultime-notizie/107240-losservatorio-vesuviano-ecco-la-verita-sulleruzione-del-vesuvio/
    • Francesco Emilio Borrelli: l’osservatorio vesuviano non è il vangelo e infatti non è preso in considerazione dagli scenziati mondiali
    • Francesco Emilio Borrelli: tra poco pubblicherò la lettera degli scenziati che distruggono le sciocchezze scritte dall’osservatorio
    • Iacono Davide: Mm mm, parole forti , ma ripeto nulla di nuovo, solo un mezzo per farsi notare.
    • Francesco Emilio Borrelli: assolutamente. a livello internazionale sono molto attenti mentre all’osservatorio vesuviano si pensa molto ad avere consulenze ed incarichi. Non a caso non esistono i piani di evacuazione
    • Francesco Emilio Borrelli: de natale e gli altri non hanno i titoli scientifici di mastrolorenzo.
    • Iacono Davide: come no, ho ascoltato a forio mastrolorenzo, e davvero competente, a terrorizzare, sulla geotermia isolana credo si sia superato…………..ci ha paragonato all indonesia!!! e il giappone!!
    • Francesco Emilio Borrelli: potranno non piacere ma sono scienziati con serie pubblicazioni. Mi fido meno di quelli che rassicurano a pagamento come è avvenuto all’Aquila
    • Iacono Davide: quindi stai dicendo che tt l osservatorio vesuviano, racconta dietro foraggiamento????????
    • Iacono Davide: francesco, secondo me hai un po esagerato……
    • Iacono Davide: poi il piano d evacuazione a cosa, 3 miolni di persone che non dovrebbero essere li…cerchiamo d essere relisti.
    • Francesco Emilio Borrelli: Io mi assumo sempre le responsabilità di quello che dico
    • Francesco Emilio Borrelli: Emergenza Vulcani napoletani. Mastrolorenzo conferma i dati pubblicati su Nature. “C’è una estrema pericolosità”. Piani di emergenza Vesuvio e Campi Flegrei. Borrelli: “confermo la mancanza dei piani di emergenza. La Protezione Civile Nazionale denunci me e gli scienziati che lanciano l’allarme se diciamo il falso. Le rassicurazioni dell’Osservatorio senza un piano di fuga ricordano la tragedia dell’Aquila quando la popolazione fu tranquillizzata e poi ci fu la tragedia”. Secondo due vulcanologi tra il Vesuvio e i Campi Flegrei Vesuvio ci potrebbe essere una eruzione a breve. In uno studio pubblicato su “Nature” nel 2012 e ripreso e approfondito da altri scienziati in questi giorni, due vulcanologi italiani, Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo, tornano a lanciare l’allarme circa le condizioni del vulcano che sovrasta il Golfo di Napoli: una sacca di magma ospitata in una caldera a una profondità di 10 chilometri tra il Vesuvio e i Campi Flegrei potrebbe risalire in superficie dando luogo ad una pericolosissima eruzione. I due invocavano allora come oggi anche urgentemente un piano di evacuazione che però la Protezione Civile Nazionale asserisce già essere operativo e solo in via di aggiornamento. “Poiché la Protezione Civile Nazionale – dichiara il consigliere regionale di Davvero Verdi Francesco Emilio Borrelli già assessore provinciale alla protezione civile – continua a sostenere che i piani di evacuazione e esistono e sono operativi li sfido a denunciare me e tutti gli scienziati e docenti che invece affermano il contrario. Infatti se domani mattina ci fosse un allarme e fosse necessario evacuare un comune del vesuviano o dei campi Flegrei nessuno saprebbe cosa fare a partire dai cittadini del posto che tranne una prova di evacuazione definita dagli addetti ai lavoro “farsa” a metà degli anni 2000 non sono mai stati informati di nulla. Non conoscono i punti di raccolta, non sanno come dovrebbero andare via e con che mezzi, non sanno dove dovrebbero andare. Se questo e’ un piano di emergenza e’ meglio fare da soli”. “Non è neanche ben chiaro – continua Borrelli – quanto tra consulenti e studi e’ stato speso per produrre questo progetto a mio avviso totalmente fallimentare e a stento messo in modo disarticolato sulla carta. Pare che siano stati spesi milioni di euro con il risultato che nessuno sa come dovrebbe fuggire in caso di pericolo imminente. D’altronde non mi meraviglia visto i protagonisti che hanno governato la protezione civile negli ultimi decenni. Parliamo di quel Bertolaso travolto dagli scandali e del prefetto Gabrielli lo stesso che negli ultimi giorni non sapeva e non si e’ reso conto del mega funerale del boss a Roma”. “Quando ero assessore alla provincia – conclude Borrelli – realizzai anche la segnaletica per indicare alla cittadinanza le vie di fuga dal Vesuvio ma non fu mai fatta istallare. A mio avviso su questi piani di emergenza “campano” troppe persone e quindi realizzarli davvero sarebbe anti economico per qualcuno. Noi continueremo invece a batterci per permettere alla gente che vive nelle aree a rischio di poter fuggire in caso di emergenza e non di diversi arrangiare alla meglio come e’ avvenuto in passato. Infine le rassicurazioni dell’Osservatorio Vesuviano senza un adeguato piano di fuga lasciano a nostro avviso il tempo che trovano. Anche quando ci fu la tragedia dell’Aquila la popolazione fu tranquillizzata da determinati espèerti e poi arrivò un terremoto distruttivo a cui la popolazione non era preparata”.
    • Francesco Emilio Borrelli: anche all’Aquila rassicurarono la popolazione
    • Iacono Davide: io potrei farmi “valere”, ma son io che pago te per supportare pincopallini?????’ non invertiamo i ruoli!!!! io ti pago da 9 anni per essere imparziale.
    • Francesco Emilio Borrelli: Non ho capito cosa vuoi dire
    • Iacono Davide: nulla, hai detto che altri vengono pagati per dire cose di piacere, io voglio ricordare che noi popolo paghiamo te da 10 anni. tt qua………informazione
    • Francesco Emilio Borrelli: queste frasi qualunquiste valle a scrivere su altre bachche. quando siete senza argomenti dite sempre sciocchezze
    • Francesco Emilio Borrelli: cmnq i 5 stelle giusto per darti un’altra informazione si servono degli studi di mastrolorenzo
    • Iacono Davide: i 5 stelle????
    • Francesco Emilio Borrelli: ho visto che fai parte di quel movimento
    • Iacono Davide: neanche la collocazione riesci a captare e vuoi parlare di vulcanologia??? no, non sono del 5 stelle, anzi, in tt onesta non esiste una collocazione 5 stelle, ma serio attivismo.
    • Francesco Emilio Borrelli: ok sei un pagnottista. peggio ancora. tieniti le tue convinzioni. buona fortuna
    • Iacono Davide: bene, hai detto che son maleducato, per averti detto verita, ed ora mi dai del pagnottista??? fantastico……. Mauro Iovino , ma come l abbiamo sul groppone dal 2004???
    • Francesco Emilio Borrelli: che lavoro fai Iacono?
    • Iacono Davide: per aver dato una mia stretta opinione, mi da del pagnottista e maleducato………..oltre ad aver fatto una pessima figura con lo scontrino pubblicato!!!!! pure qstt???
    • Iacono Davide: sono un artigiano in difficolta.
    • Francesco Emilio Borrelli: la tua opinione non è superiore alla mia. Il tuo modo di rivolgerti agli altri è da persona con poca educazione. Ti credo che sei in difficoltà. Tratti la gente male senza conoscerla.
    • Iacono Davide: hai dato dei foraggiati l osservatorio vesuviano…….mmmmmmmmmmmm , rileggiti.
    • Francesco Emilio Borrelli: rileggiti anche tu. Sullo scontrino ho difeso il diritto dei turisti a non essere derubati dai commercianti ischitani e non essere insultati in quanto napoletani. Per te è una brutta figura per molti altri ho fatto bene. Dovete portare rispetto altrimenti sarete presto tutti in difficoltà
    • Iacono Davide: quindi anche il calise è un mariuolo???? u gesu , ma adesso davvero ti stai arrabbiando??
    • Francesco Emilio Borrelli: veramente io calise l’ho difeso. ducumentati
    • Francesco Emilio Borrelli: Non mi è chiaro cosa vuoi dire
    • Iacono Davide: cerco di essere diretto come te.
    • Francesco Emilio Borrelli: sii diretto ma non maleducato. con gli scostumati non interagisco
    • Iacono Davide: scusa, si con incarichi dal 2004, mi spieghi dove son stato maleducato???? tu hai detto che l osservatorio vesuviano è pagato per mentire, e mi rigiri a me il maleducato????’ fantastico.
    • Francesco Emilio Borrelli: 1 io ho avuto un incarico per 5 anni. poi ho svolto la mia professione di giornalista e adesso sono stato eletto.
    • Francesco Emilio Borrelli: cmnq visto che sei uno scostumato in mala fede preferisco chiudere.
    • Iacono Davide: fai correggere openpolis, hai incarichi dal 2004, con una solo fermo di un anno fino ad oggi………..non sono maleducato, sono maledettamente corretto ad informare.
    • Rosaria Battista: non commentar di loro ,ma guarda e passa…..
    • Mauro Iovino: Davide, sta storia che il cittadino paga i politici è na gran cavolata di frase: come ha detto Francesco molto qualunquista … Cmq ragazzi non degenerate … è inutile attaccarsi così tanto su FB…..
    • Iacono Davide: ammonisci me , dopo che lui ha pubblicamente detto che l osservatorio vesuviano dirama notizie a pagamento chissa da chi, che calise e noi isolani siamo mariuoli, e oer aver detto correttezze, che lui ricopre ruoli dall 2004, io sarei l istigatore ??? iaaaa, ha fatto tt lui, si è innervosito ed ha iniziato.
    • Francesco Emilio Borrelli: io non ho scritto nulla su calise e non ho neanche detto che gli ischitani sono mariuoli ma che un bar si è comportato malissimo. Allora è vero che mistificate la realtà
    • Mauro Iovino: Lui contesta i dati dell’osservatorio vesuviano, tu dici che hanno ragione, finitela qua e basta. Calise no lo ha difeso alla grande….. Cmq guagliù: iatev a fa tutti quanti nu bell bagn che hanno riparato pure la condotta ed ora la fogna scarica 500 metri più al largo di dove usciva prima….
    • Iacono Davide: francesco, sei stato sottile e chiaro, certamente non hai scritto letteralmente, ma abbiamo colto bene.
    • Francesco Emilio Borrelli: io sono sempre diretto. forse tu sei in mala fede o prevenuto e vuoi cogliere altro
    • Francesco Emilio Borrelli: i dati li contesto da oltre 10 anni giusto per la cronaca
    • Iacono Davide: mastrolorenzo allarma, non è nuovo, basta vedere cosa a detto a forio…..io ascolto piu campane, e raggiungo un po il vero.
    • Francesco Emilio Borrelli: mastrolorenzo è uno scienziato accreditato a livello mondiale. in ogni caso noi ci assumiamo sempre la responsabilità di quello che diciamo
    • Francesco Emilio Borrelli: leggi nel dettaglio le nostre dichiarazioni su cui ci sono anche diverse interrogazioni simili dei tuoi coleghi 5 stelle e documentati
    • Iacono Davide: francesco, documentati anche tu, abbiamo fatto un evento non di parte a raccontare il progetto ischia, mentre il resto ha terrorizzato con modelli asiatici……..e mi allaccio alla geotermia.
    • Francesco Emilio Borrelli: stiamo parlando di altro adesso. non deviare sempre quando non hai argomenti
    • Iacono Davide: non devio, ti ho anticipato 20 commenti fa, un vulcanologo si è intromesso sulla geotermia.
    • Francesco Emilio Borrelli: e ha fatto benissimo
    • Iacono Davide: allora non dire che devio, ho fatto un chiaro esempio, di come marciate ad allarmare sul nulla………….ma che piano di evaquazione e scoppio del vesuvio??? ma davvero vuoi allarmare un popolo per farti notare, da 10 anni sopportiamo in silenzio, cerca di essere imparziale ed ascoltare tutti, non solo i “tuoi”…….che tra l altro di “danni “gia ne abbiam tanti.
    • Francesco Emilio Borrelli: di nuovo offensivo. basta così. vai a scuola di educazione e poi ne riparliamo
    • Iacono Davide: al momento mi hai dato del pagnottista tu, abbassa il verde e rileggiti, io non ho mai forato.
  4. Io so solo una cosa, Mastrolorenzo è ormai una star, seconda solo a Tozzi ed è difficilmente raggiungibile, lo contattai in tempi non sospetti e già allora dimostrò di saper discriminare le testate giornalistiche. In genere diffido di chi presenzia molto ma è una mia idiosincrasia. La Pappalardo, neanche lei è raggiungibile ma credo che sia per il clamore suscitato e per un’ovvia titubanza verso i giornalisti. Di Natale, contrariamente al passato, aspetto ancora che mi risponda, anche se a questo punto credo lo abbia fatto col comunicato stampa, ma ovviamente non era quello che volevo io.
    Che dire su Borrelli, un “poltronista”, uno che si è scavato la sua nicchia di pseudoambientalista e fa solo chiacchiere e distintivo. Il piano di emergenza è quello che è, certo, ma di qui a fare al lupo al lupo mi sa di condivisione di colpe. All’Aquila c’era Bertolaso che impose una scelta, qui invece c’è un organo che per legge e nozione di causa monitora e avverte. Chi parla e permette che il proprio pensiero sia travisato (perché questo è accaduto in questi giorni) deve comunque assumersene le responsabilità. Da ambientalista, il sig Borrelli, dovrebbe occuparsi più delle discariche che della geologia (ha cognizione in questo campo?). E mi permetto di dire questo per la mia lunga esperienza a riguardo.

  5. Pingback: ALLARME ERUZIONE DEL VESUVIO – Arriva la smentita ufficiale del direttore dell’INGV | SP

  6. Sul “Mattino” di Napoli c’è una coda delle polemiche seguite all’ultimo allarmismo sul Vesuvio; lo racconta “San Sebastiano al Vesuvio News“.

    “San Sebastiano al Vesuvio News” (pagina fb), 28 agosto 2015, QUI

    Martedì 25 agosto, un articolo pubblicato sulle pagine del quotidiano “Il Mattino”, a firma di Franco Mancusi, riportava la notizia della presunta ed imminente eruzione del Vesuvio basata sulle dichiarazioni rilasciate alla rivista “Nature”, dai due vulcanologi italiani Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo.
    «A titolo personale qualche studioso cerca un soffio di notorietà -commenta il giornalista- impressionando cittadini, buontemponi e mass-media pronti ad ospitare falsi scoop facili».
    A supportare tale considerazione, Mancusi riporta alcuni stralci del comunicato con cui il Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Giuseppe De Natale, smentisce quanto dichiarato dai due studiosi, esprimendo dubbi relativi alla stessa pubblicazione sulla rivista Nature.
    «Tutto sereno sotto il cielo dei vulcani napoletani? Non proprio -conclude Mancusi-, perché se al momento non c’è il minimo segnale di allarme, fermi a zero risultano i piani di sicurezza, che la Protezione Civile avrebbe dovuto attuare nei territori a rischio dopo l’approvazione a tavolino. I promessi interventi di prevenzione all’interno delle due zone rosse (che comprendono ormai gran parte del capoluogo) non sono mai partiti. I programmi di conoscenza e di educazione sono fermi al palo».
    Queste ultime affermazioni del giornalista non sono passate inosservate ai membri del Dipartimento Protezione Civile che, mezzo ufficio stampa, hanno inviato al Mattino una lettera (vedi foto in basso), pubblicata mercoledì, il cui intento è precisare che i piani di sicurezza non sono affatto «fermi a zero», così come dichiarato da Mancusi: «Il Dipartimento Nazionale, in stretto accordo con la struttura regionale di protezione civile e con l’Ingv, ha avviato numerose attività per l’aggiornamento della pianificazione: ridefinizione delle zone rosse sulla base del nuovo scenario scientifico di riferimento, aggiornamento a tutti i livelli dei numerosi elementi di cui si compone il piano globale, ridiscussione con le Regioni dei gemellaggi, individuazione di una corretta veste giuridica per la pianificazione finale. Per non parlare dei corsi di formazione per i tecnici comunali, per il personale delle strutture operative territoriali e delle componenti del sistema di protezione civile coinvolte quotidianamente nelle attività di preparazione e pianificazione».
    Non si lascia attendere la risposta di Franco Mancusi che ribadisce, motivandolo ulteriormente, quanto già precedentemente scritto: «I piani di sicurezza, approvati a tavolino, non hanno trovato sinora la necessaria attuazione pratica. Bloccate da oltre dieci anni le prove di fuga, dissestate le arterie di uscita dai territori a rischio, non ancora dragati i porti, potenziate le ferrovie, ristrutturate le vie d’acceso ai grandi nodi autostradali. Neppure uno straccio di segnaletica è stato mai realizzato nei punti caldi dell’area vulcanica napoletana. Nessuna notizia dei promessi programmi di educazione e di conoscenza dei fenomeni legali
    all’emergenza».
    Insomma, Mancusi ha perfettamente ragione, siamo ancora alle calende greche dal punto di vista delle tematiche connesse al rischio vulcanico. Lo stesso piano di evacuazione comunale, per un piccolo comune come il nostro, inserito a ragione in zona rossa non è mai stato reso noto a noi cittadini.
    C’è molto fa fare ed è necessario che si faccia
    .

    • L’articolo di Mancusi citato in apertura del commento precedente.

      “Il Mattino”, 25 agosto 2015, QUI

      QUELLE BUFALE SUL VESUVIO NON AIUTANO LA SCIENZA
      di Franco Mancusi

      Vesuvio, croce o delizia dei napoletani? Puntualmente con l’afa opprimente di ferragosto, tornano le paure e gli allarmismi in previsione di una ipotetica eruzione imminente. A titolo personale qualche studioso cerca un soffio di notorietà impressionando cittadini, buontemponi e mass-media pronti ad ospitare falsi scoop facili. La psicosi si diffonde, ma la vita continua regolarmente nei popolosi Comuni alle falde del vulcano dove, anzi, sarà per fatalismo o per esperienza consolidata, le popolazioni reagiscono ormai senza particolari emozioni alle voci sulla catastrofe che non arriverà.
      Si sta bene, benissimo nelle case e nelle ville del vastissimo comprensorio vesuviano, da sempre luoghi ameni di villeggiatura e di straordinaria qualità residenziale. Stavolta, però, il falso di Ferragosto rischia di provocare conseguenze serie all’interno della comunità scientifica e nell’opinione pubblica, in difesa di fronte agli allarmismi ricorrenti. Dalle polemiche accademiche si passa alle accuse di manipolazione dei dati scientifici pubblicati su documenti di provato prestigio internazionale.
      Tutto nasce dalla denunzia di due ricercatori napoletani che in un articolo attribuito alla rivista «Nature», affermano di considerare imminente un eruzione catastrofica del vulcano per la presenza di un gigantesco bacino magmatico a 8 chilometri di profondità nella zona centrale della caldera che abbraccia Vesuvio e Campi Flegrei. Ieri sera il direttore dell’Osservatorio Vesuviano, Pino De Natale, contestando le affermazioni dei due ricercatori (Giuseppe Mastrolorenzo e Lucia Pappalardo), non soltanto ha smentito qualsiasi ipotesi di rischio imminente, ma ha negato addirittura che l’articolo di denunzia sia mai stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale «Nature». Un giallo di non facile soluzione, insomma, sulla pelle dei napoletani che forse continuano a fare bene nell’affidarsi sempre e soltanto a San Gennaro per sentirsi in qualche modo protetti dal pericolo incombente.
      «Voglio tranquillizzare innanzi tutto i cittadini che hanno tempestato nei giorni scorsi i centralini del nostro Osservatorio – spiega De Natale – dati alla mano posso confermare che al momento non esiste alcun pericolo di eruzione per il Vesuvio, tanto meno per i Campi Flegrei. La presenza del magma a 8 chilometri di profondità era stata già rilevata nel corso della campagna “Tomografia Sismica” condotta dal ’94 al 2001. Il sollevamento di 20 centimetri, del tutto fisiologico per un’area vulcanica, si riferisce ai Campi Flegrei e non a quella del Vesuvio. Cose che “Nature” mai si sarebbe sognata di accreditare. Quanto ai media, sarebbe bastato informarsi attraverso il nostro sito web o i centralini sempre disponibili dei nostri uffici per non incorrere nell’ennesima gaffe di mezza estate».
      Mastrolorenzo, però, respinge le accuse, conferma l’articolo e promette scintille. Tutto sereno sotto il cielo dei vulcani napoletani? Non proprio, perché se al momento non c’è il minimo segnale di allarme, fermi a zero risultano i piani di sicurezza, che la Protezione civile avrebbe dovuto attuare nei territori a rischio dopo l’approvazione a tavolino. I promessi interventi di prevenzione all’interno delle due zone rosse (che comprendono ormai gran parte del capoluogo) non sono mai partiti. I programmi di conoscenza e di educazione sono fermi al palo. Un’interrogazione del consigliere Verde Francesco Emilio Borrelli trasferirà il confronto nell’assemblea regionale
      .

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