Per la sezione britannica di “Blasting News”, il 2017 è cominciato con una singolare esortazione a visitare Napoli: «fatelo prima che sia troppo tardi». L’articolo del 2 gennaio scorso, firmato da John McCormick, si riferisce al vulcano dei Campi Flegrei che, dice l’articolo, potrebbe causare un disastro di proporzioni mondiali, ben più grande dei noti rischi sismici della California. Il testo fa riferimento ai recenti studi sull’area flegrea, ripercorre brevemente la storia geologica del territorio in esame e, qua e là, usa espressioni sensazionalistiche, tipo: «il vulcano urbano dei Campi Flegrei potrebbe essere sul punto di esplodere nelle adiacenze di una delle zone più densamente popolate del pianeta, uccidendo milioni di persone quasi istantaneamente». Questi toni enfatici vanno presi per quel che sono: lo scimmiottamento di una sceneggiatura cinematografica hollywoodiana. Ma ciò non significa che il rischio non sussista e che non sia alto, perché, in realtà, il rischio cui sono esposti gli abitanti flegrei e napoletani esiste ed è serio. Come abbiamo ripetuto più volte negli ultimi mesi, però, in questo momento non c’è alcun allarme: la situazione è monitorata e degli strumenti di pianificazione dell’emergenza futura sono stati predisposti; ora bisogna necessariamente comunicarli alla popolazione, testarli tra gli operatori dell’emergenza, aggiornarli periodicamente e, soprattutto, bisogna attivarsi politicamente e istituzionalmente per una sostanziale mitigazione del rischio vulcanico e bradisismico.
A nostro avviso, dunque, la morale della storia è: Napoli, Pozzuoli, Cuma e l’area vesuviana sono un territorio abitato da millenni e la ricchezza culturale che vi è stratificata è impareggiabile; in questa regione la scansione del tempo segue ritmi plurisecolari, ovvero va ben oltre il tempo biologico umano, per cui l’invito è: sì, visitate Napoli prima che sia troppo tardi, ma per voi.
Dal 27 al 29 ottobre 2016 a Napoli si è tenuto il settimo convegno internazionale “CIRICE 2016“, promosso dal Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea dell’Università “Federico II”.
Il tema è stato “Delli Aspetti de Paesi. Vecchi e nuovi Media per l’Immagine del Paesaggio” ed è stato declinato in numerose sessioni, tutte riprodotte in un ricco ebook multidisciplinare: dall’architettura alla storia, dall’economia all’archeologia, passando per l’antropologia culturale.
Il libro, disponibile gratuitamente sul sito-web della rivista “Eikonocity“, è diviso in due tomi:
“Costruzione, descrizione, identità storica“, a cura di Annunziata Berrino e Alfredo Buccaro;
“Rappresentazione, memoria, conservazione“, a cura di Francesca Capano, Maria Ines Pascariello, Massimo Visone.
Il mio contributo, “Il branding vesuviano: antropologia di un’estetica pop“, è consultabile a pagina 155 del “Tomo I – B 2”, dedicato al panel “Descrivere, narrare e comunicare il paesaggio in età contemporanea“: QUI.
Buona lettura.
Nella notte del 27-28 febbraio 2010 in Vandée e in Charente-Maritime, sulla costa atlantica francese, 53 persone morirono a causa della tempesta Xynthia, di cui 29 nella sola località di La Faute-sur-Mer. Qui, una cittadina turistica dalla forte urbanizzazione tra gli anni ’90 e 2000, la maggior parte delle vittime fu colta nelle proprie case, allagate dopo l’inondazione di una diga [Wikipédia].
Dopo anni di indagini, alla fine dell’agosto 2013 è stata annunciata l’incriminazione del sindaco di La Faute-sur-Mer (primo cittadino dal 1989 al 2014) e di altri esponenti delle istituzioni e delle imprese edili-immobiliari locali [Libération].
Il processo, cominciato il 15 settembre 2014, li giudicherà per omicidio colposo, un reato che, ritiene l’accusa, è stato perpetrato a causa di una condotta amministrativa quanto meno negligente, ovvero per aver concesso premessi di costruzione in zone pericolose, per aver rifiutato di prendere delle misure di sicurezza e, la fatidica notte, per aver ignorato l’allarme della tempesta in arrivo [Le-Monde] [Chroniques-Judiciaires] [Libération].
La sentenza è prevista per il 12 dicembre 2014.
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PS: raccolgo notizie sui processi ai disastri in QUESTO post.
Scongiurando l’eruzione reale, da qualche giorno a Napoli è possibile vivere un quarto d’ora di quella, virtuale, del 79 dC. La spettacolarizzazione del Vesuvio continua con un film in 3D. Eccone la presentazione tratta dal website ufficiale:
«Nella Stazione Marittima di Napoli, al centro di Napoli, tra terra e mare, il Teatro Multimediale i3D/multiD, invita, grandi e piccini, a rivivere una grande esperienza immersiva,”VESUVIODAMARE”. Come una macchina del tempo capace di trasferirci in altre epoche, un sofisticato impianto di multiproiezione stereoscopico consentirà di rivivere tutte le fasi della spettacolare eruzione del Vesuvio del 79 d.C. che ha provocato la distruzione delle città di Ercolano e Pompei.
Una nube nera e terribile, squarciata da guizzi serpeggianti di fuoco, si apriva in vasti bagliori di incendio: erano essi simili a folgori, ma ancora più estesi […] Dopo non molto quella nube si abbassò verso terra e coprì il mare […]. Cadeva già della cenere, ma ancora non fitta. […] Scese la notte, non come quando non v’è luna o il cielo è nuvoloso, ma come quando ci si trova in un locale chiuso a lumi spenti. Udivi i gemiti delle donne, i gridi dei fanciulli, il clamore degli uomini: gli uni cercavano a gran voce i genitori, altri i figli, altri i consorti, li riconoscevan dalle voci; chi commiserava la propria sorte, chi quella dei propri cari: ve n’erano che per timore della morte invocavano la morte […]. (Plinio al suo amico Tacito) Lo spettatore sarà avvolto da un senso di assorbimento e “immersione” sensoriale e le immagini tridimensionali sembreranno uscire dallo schermo ed entrare nell’ambiente dove egli si trova. Il Teatro Multimediale sarà a servizio della cultura e delle imprese in quanto può essere uno scenario ideale, declinabile secondo le diverse esigenze. E’ possibile realizzare proiezioni 3D su tematiche: culturali, mediche, artistiche, meccaniche, etc… Sofisticati proiettori multipli garantiscono una qualità video in alta risoluzione e luminosità su tutto lo schermo cinematografico».
Altre e ulteriori info sono tra i commenti di questo post.
AGGIORNAMENTO (31 ottobre 2013):
La spettacolarizzazione del Vesuvio è internazionale. Ieri Neil MacGregor, direttore del “British Museum” di Londra, ha presentato “Pompei”, un vero e proprio “evento cinematografico” che sarà nelle sale solo il 25 e il 26 novembre 2013, basato sulla mostra “Life and death in Pompeii and Herculaneum“. Ulteriori info, QUI.
AGGIORNAMENTO (7 gennaio 2014):
La società DigitalGlobe (specializzata in foto satellitari) ha promosso un concorso fotografico su Facebook in cui ha vinto la foto «Il Monte Vesuvio visto dal satellite». “Il Mattino” titola: Concorso sul web, la foto del Vesuvio dallo spazio è la più bella al mondo: «Come si legge sul sito ufficiale, in 28 giorni ben 30mila persone hanno votato gli scatti provenienti da ogni angolo del mondo. Tra gli scatti in gara anche la reggia di Versailles, Aleppo, il vulcano Manam in Papua Nuova Guinea e il fiume Colorado».
Dopo il noto e discusso processo de L’Aquila (ne ho raccolto articoli QUI e QUI), a Genova prosegue quello sulle responsabilità intorno all’alluvione del 4 novembre 2011 (ne avevo accennato QUI) (Wikipedia). La notizia di queste ore è che l’ex-sindaco del capoluogo ligure Marta Vincenzi è stata inscritta nel registro degli indagati per falso e per omicidio colposo. «L’accusa si aggiunge a quella di avere cambiato gli orari dell’esondazione del torrente Fereggiano. I magistrati vogliono capire se si sarebbe potuto intervenire prima ed evitare la strage. […] Il falso, secondo l’accusa, era stato creato per fare passare la versione secondo la quale a Genova quel giorno si abbattè una ‘bomba d’acqua’, un evento imprevedibile e particolarmente violento che non permise di mettere in moto tempestivamente la macchina della protezione civile. Quel verbale venne però smentito grazie anche alla collaborazione dei cittadini: foto, filmati e testimonianze avevano raccontato una versione diversa e soprattutto un orario diverso dello straripamento» (Alluvione, omicidio colposo e disastro: indagata l’ex sindaco Marta Vincenzi, in «La Repubblica», 30 giugno 2013). Con l’ex-sindaco sono coinvolti anche l’allora assessore alla Protezione Civile Francesco Scidone e i tre dirigenti comunali Gianfranco Delponte, Pierpaolo Cha e Sandro Gambelli.
Il giorno dell’alluvione morirono sei persone: Serena Costa, 19 anni, Evelina Pietranera, Angela Chiaramonte, 40 anni, Djala Shpresa di 28 anni e le sue due piccole, Gioia e Janissa, di 8 anni e di 11 mesi.
AGGIORNAMENTO del 28 luglio 2013:
L’inchiesta si allarga anche alle ragioni per cui il torrente Fereggiano è uscito dagli argini in maniera distruttiva il 4 novembre 2011: mancanza di manutenzione e cementificazione selvaggia: QUI.
Ulteriori aggiornamenti e approfondimenti sono tra i commenti
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ALTRI CASI:
Processo per l’inondazione di La Faute-sur-Mer (Vandea, Francia), avvenuta nel febbraio 2010 a causa della tempesta Xynthia (tra i commenti). AGGIORNAMENTO: il processo è cominciato il 15 settembre 2014: QUI.
19 novembre 2013, al via il processo per l’alluvione di Capoterra (Cagliari) del 22 ottobre 2008: QUI e QUI (e tra i commenti).
Dopo la tragica alluvione che ha colpito la Sardegna il 18 e il 19 novembre 2013 (QUI il liveblogging di “SardiniaPost”), sono state aperte due inchieste giudiziarie: una a Tempio e una a Nuoro. Il 12 gennaio 2014 viene reso noto che alla Procura della Repubblica di Tempio sono in procinto di definire “il quadro completo dei soggetti sotto inchiesta per i reati di omicidio colposo plurimo (le vittime in Gallura furono nove) e disastro ambientale. […] Sotto la lente della magistratura, molti amministratori attualmente in carica, per una responsabilità diretta nella gestione dell’emergenza maltempo e anche politici del passato per eventuali responsabilità sulle politiche urbanistiche e sulla mancata tutela del territorio” (Giandomenico Mele su “Sardinia Post“).
Il 16 gennaio 2014 viene reso noto che vi sono sei indagati per il crollo del ponte di Monte Pino: sono accusati di omicidio e disastro colposi (nel crollo morirono tre persone): qui.
Tra le alluvioni più gravi degli ultimi anni ci sono quelle del 2009 nel messinese. Nel 2011 è cominciato il processo per definire le responsabilità umane: Messina, 20 indagati per l’alluvione del 2009. Sotto accusa amministratori e membri della Protezione civile (“Lettera 43”, 11 novembre 2011, QUI)
8 gennaio 2014, arrestati a L’Aquila due ex assessori comunali e indagato il vice sindaco: “Un sistema di mazzette descritto da un imprenditore veneto messo alle strette. Nell’inchiesta anche appalti per la ricostruzione promessi in cambio di finanziamenti elettorali” (Giuseppe Caporale, QUI).
Il 16 gennaio 2014 Giuseppe Caporale ha pubblicato su “La Repubblica” il seguente reportage: “Terremoto in Abruzzo, la truffa della scuola: “Ricostruita senza metà delle fondamenta”. Fatture gonfiate e lavori inutili: i pm chiedono il processo per politici e funzionari“.
L’11 gennaio 2014 il sindaco de L’Aquila ha annunciato le sue dimissioni: VIDEO (anche QUI, QUI e QUI).
Il 21 gennaio 2014, però, Cialente ha ritirato le dimissioni che aveva annunciato dieci giorni fa: QUI. La reazione dei terremotati riuniti nell’associazione “3e32” è stata a dir poco di sdegno: «Oggi abbiamo assistito alla grande pantomima del ritorno di Massimo Cialente [il quale è simbolo di un immobilismo che sta] condannando a morte una città intera […]. Solo dalla partecipazione reale delle persone, dai progetti concreti di ricostruzione sociale, dalle tante idee e proposte rimaste inascoltate in questi anni, potrà prender vita un nuovo modello di ricostruzione ed un futuro diverso per questo territorio […]».
25 febbraio 2014, dopo quattro anni, ecco la sentenza per la morte di quattro studentesse nel crollo di una scogliera a Ventotene: QUI.
Nel novembre 2000 il paese di Ceriana, nell’estremo ponente ligure, a pochi chilometri dal confine con la Francia, all’interno di San Remo, fu sconvolto da un’alluvione che causò, tra l’altro, varie frane e ingenti danni, a cui è seguito un processo per truffa nei risarcimenti. Ho raccolto vari link QUI.
AGGIORNAMENTO del 17 settembre 2014:
Nella notte del 27-28 febbraio 2010 in Vandée e in Charente-Maritime, sulla costa atlantica francese, 53 persone morirono a causa della tempesta Xynthia, di cui 29 nella sola località di La Faute-sur-Mer. Qui, una cittadina turistica dalla forte urbanizzazione tra gli anni ’90 e 2000, la maggior parte delle vittime fu colta nelle proprie case, allagate dopo l’inondazione di una diga [Wikipédia]. Dopo anni di indagini, alla fine dell’agosto 2013 è stata annunciata l’incriminazione del sindaco di La Faute-sur-Mer (primo cittadino dal 1989 al 2014) e di altri esponenti delle istituzioni e delle imprese edili-immobiliari locali [Libération]. Il processo, cominciato il 15 settembre 2014, li giudicherà per omicidio colposo, un reato che, ritiene l’accusa, è stato perpetrato a causa di una condotta amministrativa quanto meno negligente, ovvero per aver concesso premessi di costruzione in zone pericolose, per aver rifiutato di prendere delle misure di sicurezza e, la fatidica notte, per aver ignorato l’allarme della tempesta in arrivo [Le-Monde] [Chroniques-Judiciaires] [Libération]. La sentenza è prevista per il 12 dicembre 2014.
AGGIORNAMENTO del 15 aprile 2015:
Giuseppe Filetto e Marco Preve riferiscono una notizia dalle forti ripercussioni politiche: a Genova la candidata del PD alle prossime elezioni regionali per la Liguria, Raffaella Paita è indagata per “mancata allerta” all’epoca dell’ultima alluvione del capoluogo ligure il 9 ottobre 2014, quando ricopriva la carica di assessore alla Protezione Civile: “quella sera, nonostante le previsioni meteorologiche sfavorevoli e le fortissime piogge in corso, rimase chiusa fino alla mezzanotte la sala operativa della Protezione Civile in viale Brigate Partigiane a Genova, che avrebbe dovuto coordinare i soccorsi“.
Sono a casa. E non ho ancora fatto niente. Faccio più fatica a riadattarmi nei miei spazi di sempre che sul campo.
Mi sono dato al cinema.
Non c’entra direttamente con la mia ricerca, ma – diciamo così – con l’indotto.
Insomma, mi sono procurato dvd e link per lo streaming di film “vulcanici”. Raramente si tratta di bei film: recitazione, sceneggiatura, effetti… tutto è un po’ arrangiato o esasperato (vabbè, ma il genere catastrofico si presta a questo tipo di critiche, per cui è inutile soffermarvisi). Suggerisco, piuttosto, di guardarli tenendo conto del contesto storico in cui sono stati girati: in questo modo assumeranno un significato più interessante e sarà piuttosto stimolante scoprire lo “sguardo culturale” che ha prodotto quella specifica pellicola.
Ok, un giorno ci scriverò un saggio e sarà più chiaro cosa intendo.
Passiamo al divertimento: ecco i primi titoli di una lista che spero crescerà; li ordino cronologicamente.
Innanzitutto un titolo “mitico” per due film importanti: “Gli ultimi giorni di Pompei”
– versione del 1913 (b/n e muto, IMDb), di Mario Caserini: qui;
– versione del 1959 (colori, sonoro, IMDb), di Mario Bonnard: qui.
Uno dei vulcani più leggendari e terribili è il protagonista di “Krakatoa: East of Java“, del 1969 (IMDb). L’ho cercato invano in italiano e in inglese, ma l’ho trovato in spagnolo: qui.
Del 1980 è “Ormai non c’è più scampo” (di James Goldstone, con Paul Newman e Jacqueline Bisset; IMDb): qui
Via libreria-on-line m’è arrivato il dvd (supercatastrofico) di “Vulcano – Los Angeles 1997“, con Tommy Lee Jones (IMDb), ma è disponibile anche sul web: qui.
Un bel film (la resa dell’eruzione è davvero realistica; l’ho ordinato in dvd) è “Dante’s Peak” (di Roger Donaldson, 1997, IMDb): qui.
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Ok, per ora mi fermo qui, ma la ricerca continua…
Consigliatemi titoli, inviatemi link!
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NOTA: il Monte Fato ci vuole, lo so… probabilmente a questa rassegna vulcanica aggiungerò una sezione completamente dedicata ai crateri in contesti fantastici, immaginari.
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AGGIORNAMENTI:
“Il diavolo alle quattro“, 1961, di Mervyn LeRoy, con Spencer Tracy e Frank Sinatra: Imdb + streaming.
“Atlantide. Il continente perduto“, 1961, di George Pal, con Sal Ponti, Joyce Taylor e John Dall: Imdb.
“Ormai non c’è più scampo“, 1980, di James Goldstone, con Paul Newman, Jacqueline Bisset e William Holden: Imdb + streaming.
“Joe contro il vulcano“, 1990, di John Patrick Shanley, con Tom Hanks e Meg Ryan: Imdb + streaming (è una commedia sentimentale).
“Marabunta. Minaccia alla Terra“, 1998, di Jim Charleston e George Manasse, con Eric Lutes, Julia Campbell e Mitch Pileggi: Imdb + streaming.
“Volcano“, 2004, di Mark Roper, con Chris William Martin e Antonella Elia: Imdb + streaming.
“Allarme Vulcano” (aka: Disaster zone. Vulcano a New York), 2006, di Robert Lee, con Costas Mandylor, Michael ironside e Alexandra Paul: Imdb + streaming.
“Magma. Disastro infernale“, 2006, di Ian Gilmore, con Peter Shepherd e Amy Jo Johnson: Imdb + streaming.
“Super eruption“, 2011, di Matt Codd, con Richard Burgi, Juliet Aubrey e MyAnna Buring: Imdb + streaming.
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INTEGRAZIONI:
Non è cinema, ma teatro in tv (ora sul web). Si tratta della commedia “Cupido scherza e spazza” (1932) di Peppino De Filippo, in cui viene pronunciata questa battuta: «Tu sei poeta, tu tieni nu core ‘mpietto che nun è nu core, chisto è nu Vesuvio; tu tieni ‘o Vesuvio ‘mpietto, nu Vesuvio che canta, che suona!» (QUI il video al minuto esatto: 38’39”, in una rappresentazione del 1962).
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Una celebre battuta del cabaret de “La Smorfia” tratta dallo sketch “Il basso“:
– Professore (Arena): «In seguito ad approfonditi studi posso affermare che l’interno del Vesuvio è pieno di purè di patate. Basterebbe solo lo sfruttamento di questa risorsa per risolvere tutti i problemi di Napoli. Noi, noi, soltanto noi possiamo aiutarvi! Ma che ne sapete voi dei vostri problemi? Li abbiamo studiati per anni!».
– Signor Salvatore (Troisi): «Ma voi volete aiutarmi? Non lo so, io vedo a chisto che fa accussì…».
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AGGIORNAMENTO del 18 gennaio 2015:
Nel 1926 Rex Ingram girò a Nizza “Mare Nostrum“, un classico del cinema muto. Per alcune scene fu costruito un fondale col Vesuvio fumante, come in questa foto tratta dal libro “La présence du cinéma américain à Nice et sur la Cote d’Azur“, 2014 (un estratto con i ruderi di Pompei è qui):
Immagine tratta dal volume “La présence du cinéma américain à Nice et sur la Cote d’Azur”, 2014.
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INTEGRAZIONE del 18 maggio 2015:
Sul finire degli anni Settanta il regista Sergio Edward Linchi realizzò il documentario in 16mm “Napoli e la zona vesuviana“, in cui mostrò le caratteristiche paesaggistiche e storiche, architettoniche ed archeologiche dell’area del #Vesuvio.
Il filmato è stato recuperato e digitalizzato da Ludovico Mosca che, con generosità, rende disponibile a tutti noi il suo prezioso archivio audio-visuale sulla Penisola Sorrentina e i suoi dintorni.
Il video, di 17 minuti, è disponibile QUI.
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INTEGRAZIONE del 18 settembre 2015:
Noi insozziamo il Vesuvio, lo sfregiamo, lo bruciamo e lo abbandoniamo, mentre invece i giapponesi vi ambientano le storie di uno dei personaggi più celebri della storia dei manga, Lupin III: