Napoli nella zona rossa

La nuova perimetrazione del rischio vesuviano ha portato i comuni interessati dalla zona più esposta da 18 a 24. Tra questi anche Napoli, con i suoi quartieri più orientali: Barra, Ponticelli e San Giovanni a Teduccio. Si tratta di una questione delicata, sia per quanto riguarda le conseguenze urbanistiche ed economiche derivanti dal nuovo status del territorio, sia per quanto concerne l’organizzazione della sicurezza e dell’emergenza (accesa è la polemica intorno ai grandi cantieri edilizi in quell’area, soprattutto per quanto riguarda la costruzione dell’Ospedale del Mare: qui).
Con qualche mese di ritardo, anche l’Amministrazione Comunale di Napoli ha cominciato a discutere su come gestire gli effetti derivanti dai nuovi vincoli dei luoghi. In particolare, come riporta JulieNews il 24 giugno 2013, «La Commissione Mobilità, presieduta da Giovanni Formisano, ha affrontato oggi la proposta di delibera (all’attenzione del Consiglio nella seduta del 26 giugno) che riguarda la modifica della linea Gurioli 2010 individuata dal Dipartimento Nazionale della Protezione Civile come limite per la definizione, e l’ampliamento, della Zona Rossa nell’ambito dell’attività di aggiornamento del Piano Nazionale di emergenza per il Vesuvio».

Entrando nel merito della riunione, la cronaca riporta i seguenti passaggi:
«Introducendo la riunione, il presidente Formisano ha ricordato la complessità della questione e la necessità di analizzarla anche alla luce della imminente creazione dell’area metropolitana, mentre il consigliere Vernetti ha posto all’assessore ed ai tecnici intervenuti tutta una serie di domande, dall’entità della popolazione coinvolta alle vie di fuga individuate per l’evacuazione, e sollecitato la ripresa delle attività formative sui rischi, soprattutto nelle scuole. La presidente della Municipalità [Anna Cozzino], a sua volta, ha posto interrogativi sull’incidenza che l’ampliamento della Zona Rossa a parte del territorio della VI Municipalità avrà sui Progetti di Riqualificazione Urbana che interessano Ponticelli e, più in generale, sull’influenza che il nuovo piano avrà sugli interventi previsti per gli insediamenti produttivi inquinanti, per i presìdi sanitari esistenti e in costruzione, come l’Ospedale del Mare, e, soprattutto, quali interventi strutturali si intendono realizzare in riferimento alla situazione disastrosa delle strade della Municipalità. Anche il consigliere Moretto, presente alla riunione, è intervenuto nel corso della discussione per sottolineare, tra l’altro, la necessità di evitare allarmismi, di accelerare i processi di delocalizzazione delle attività produttive inquinanti ed infine di rivisitare la legge regionale 21 del 2003 (Norme urbanistiche per i Comuni rientranti nelle zone a rischio vulcanico nell’area vesuviana). La dottoressa Adamo ha spiegato in termini tecnici la delibera di Giunta ricordando che il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, che sta aggiornando il Piano Nazionale per il rischio Vesuvio, ha ridefinito, adottando la cosiddetta linea Gurioli (da uno studio scientifico del 2010) l’estensione della Zona Rossa e il Comune, in raccordo con la Regione Campania, è tenuto a fornire tutta una serie di dati utili alla predisposizione del Piano di Evacuazione della popolazione (da proteggere dai distruttivi flussi piroclastici) che dovrà scattare quando, in base ai fenomeni precursori (come terremoti ripetuti) sarà considerata imminente un’eruzione esplosiva del Vesuvio. Con la collaborazione del Servizio Statistica, il Comune ha rivisto, sulla base delle particelle censuarie, i limiti proposti dalla linea Gurioli ed individuato un’area con 38.400 abitanti (soggetta all’evacuazione preventiva) che riceveranno una scheda informativa da compilare nella quale indicare, ad esempio, se si hanno alternative abitative, se sono presenti disabili, se si possiede un’automobile ecc., tutti dati utili alla predisposizione del piano di evacuazione. Con un emendamento alla sua stessa proposta, la Giunta propone anche, come ha spiegato l’assessore all’urbanistica Piscopo, di escludere dai limiti aree non abitate nell’ambito della VI Municipalità sulle quali esistono attrezzature e/o progetti di attrezzature e servizi che non sono soggette ad essere evacuate nelle stesse modalità delle abitazioni. Occorre un monitoraggio e una collaborazione del Consiglio, ha concluso l’assessore, in quanto il processo è complesso, ed ognuna delle singole questioni poste è meritevole di uno specifico approfondimento e di una valutazione caso per caso. […]».

Della riunione ha scritto anche Valerio Esca su “Il Mattino“:
«Via Argine e via delle Repubbliche Marinare saranno con ogni probabilità i due assi viari attraverso i quali i cittadini di San Giovanni, Barra e Ponticelli potranno mettersi in salvo in caso di rischio di eruzione del Vesuvio. […] Il Comune, in raccordo con la Regione Campania, è tenuto a fornire tutta una serie di dati utili alla predisposizione del piano che dovrà scattare quando, in base ai fenomeni precursori (come terremoti ripetuti) sarà considerata imminente un’eruzione esplosiva del Vesuvio. I tempi della consegna del piano di evacuazione sono stretti, anche alla luce delle 44 scosse registrate dall’Osservatorio dall’inizio dell’anno ad oggi, e per questo se ne discuterà in Consiglio comunale già domani mattina. […] La linea tracciata sui territori di San Giovanni, Barra e Ponticelli in alcuni casi va a cadere anche su singoli condomini spezzandoli a metà o su aree disabitate ed è qui che saranno apportate le dovute modifiche. Quei palazzi entreranno a far parte della zona rossa mentre le aree disabitate rimarranno fuori. Soltanto una volta approvata la delibera dal Consiglio la Protezione civile farà partire la progettazione del piano. I problemi da risolvere sono diversi; si dovrà verificare ad esempio se sarà possibile utilizzare i viadotti autostradali, che potrebbero diventare inagibili in caso di forti scosse di terremoto, così come trovare delle aree di sosta per tutti quei cittadini in fuga, per questo si pensa ai grossi parchi subito fuori la zona rossa, come ad esempio il parco Troisi o come l’area che ospita il parco della Marinella. […]».

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AGGIORNAMENTO del 15 maggio 2014:
Ne ho accennato ieri sera in un incontro dedicato al rischio Vesuvio a Torre del Greco: la nuova zona rossa vesuviana tracciata in base alla cosiddetta “linea Gurioli” crea delle disparità tra i comuni alle pendici del vulcano perché distingue tra “zona rossa 1” e “zona rossa 2”. Il comune di Boscoreale ha fatto ricorso e il TAR della Campania gli ha dato ragione: il suo territorio è solo parzialmente soggetto ai massimi vincoli della perimetrazione del rischio. Viene da domandarsi, dunque, cosa si voglia fare nella parte esterna alla “black line” (e temo che le betoniere stiano scaldando i motori). A questo punto è facile aspettarsi ricorsi simili da parte degli altri comuni che si trovano nella medesima situazione: Cercola, Pompei, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Torre Annunziata. Lo spiega Malko, come sempre in maniera molto chiara: Rischio Vesuvio e la teoria del cigno nero (13 maggio 2014) (e lo aveva preannunciato già un anno prima, in questo post del 28 maggio 2013).