Dopo il noto e discusso processo de L’Aquila (ne ho raccolto articoli QUI e QUI), a Genova prosegue quello sulle responsabilità intorno all’alluvione del 4 novembre 2011 (ne avevo accennato QUI) (Wikipedia). La notizia di queste ore è che l’ex-sindaco del capoluogo ligure Marta Vincenzi è stata inscritta nel registro degli indagati per falso e per omicidio colposo. «L’accusa si aggiunge a quella di avere cambiato gli orari dell’esondazione del torrente Fereggiano. I magistrati vogliono capire se si sarebbe potuto intervenire prima ed evitare la strage. […] Il falso, secondo l’accusa, era stato creato per fare passare la versione secondo la quale a Genova quel giorno si abbattè una ‘bomba d’acqua’, un evento imprevedibile e particolarmente violento che non permise di mettere in moto tempestivamente la macchina della protezione civile. Quel verbale venne però smentito grazie anche alla collaborazione dei cittadini: foto, filmati e testimonianze avevano raccontato una versione diversa e soprattutto un orario diverso dello straripamento» (Alluvione, omicidio colposo e disastro: indagata l’ex sindaco Marta Vincenzi, in «La Repubblica», 30 giugno 2013). Con l’ex-sindaco sono coinvolti anche l’allora assessore alla Protezione Civile Francesco Scidone e i tre dirigenti comunali Gianfranco Delponte, Pierpaolo Cha e Sandro Gambelli.
Il giorno dell’alluvione morirono sei persone: Serena Costa, 19 anni, Evelina Pietranera, Angela Chiaramonte, 40 anni, Djala Shpresa di 28 anni e le sue due piccole, Gioia e Janissa, di 8 anni e di 11 mesi.
AGGIORNAMENTO del 28 luglio 2013:
L’inchiesta si allarga anche alle ragioni per cui il torrente Fereggiano è uscito dagli argini in maniera distruttiva il 4 novembre 2011: mancanza di manutenzione e cementificazione selvaggia: QUI.
Ulteriori aggiornamenti e approfondimenti sono tra i commenti
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ALTRI CASI:
- Processo per l’inondazione di La Faute-sur-Mer (Vandea, Francia), avvenuta nel febbraio 2010 a causa della tempesta Xynthia (tra i commenti). AGGIORNAMENTO: il processo è cominciato il 15 settembre 2014: QUI.
- 19 novembre 2013, al via il processo per l’alluvione di Capoterra (Cagliari) del 22 ottobre 2008: QUI e QUI (e tra i commenti).
- Dopo la tragica alluvione che ha colpito la Sardegna il 18 e il 19 novembre 2013 (QUI il liveblogging di “SardiniaPost”), sono state aperte due inchieste giudiziarie: una a Tempio e una a Nuoro. Il 12 gennaio 2014 viene reso noto che alla Procura della Repubblica di Tempio sono in procinto di definire “il quadro completo dei soggetti sotto inchiesta per i reati di omicidio colposo plurimo (le vittime in Gallura furono nove) e disastro ambientale. […] Sotto la lente della magistratura, molti amministratori attualmente in carica, per una responsabilità diretta nella gestione dell’emergenza maltempo e anche politici del passato per eventuali responsabilità sulle politiche urbanistiche e sulla mancata tutela del territorio” (Giandomenico Mele su “Sardinia Post“).
Il 16 gennaio 2014 viene reso noto che vi sono sei indagati per il crollo del ponte di Monte Pino: sono accusati di omicidio e disastro colposi (nel crollo morirono tre persone): qui. - Tra le alluvioni più gravi degli ultimi anni ci sono quelle del 2009 nel messinese. Nel 2011 è cominciato il processo per definire le responsabilità umane: Messina, 20 indagati per l’alluvione del 2009. Sotto accusa amministratori e membri della Protezione civile (“Lettera 43”, 11 novembre 2011, QUI)
- 8 gennaio 2014, arrestati a L’Aquila due ex assessori comunali e indagato il vice sindaco: “Un sistema di mazzette descritto da un imprenditore veneto messo alle strette. Nell’inchiesta anche appalti per la ricostruzione promessi in cambio di finanziamenti elettorali” (Giuseppe Caporale, QUI).
Il 16 gennaio 2014 Giuseppe Caporale ha pubblicato su “La Repubblica” il seguente reportage: “Terremoto in Abruzzo, la truffa della scuola: “Ricostruita senza metà delle fondamenta”. Fatture gonfiate e lavori inutili: i pm chiedono il processo per politici e funzionari“.
L’11 gennaio 2014 il sindaco de L’Aquila ha annunciato le sue dimissioni: VIDEO (anche QUI, QUI e QUI).
Il 21 gennaio 2014, però, Cialente ha ritirato le dimissioni che aveva annunciato dieci giorni fa: QUI. La reazione dei terremotati riuniti nell’associazione “3e32” è stata a dir poco di sdegno: «Oggi abbiamo assistito alla grande pantomima del ritorno di Massimo Cialente [il quale è simbolo di un immobilismo che sta] condannando a morte una città intera […]. Solo dalla partecipazione reale delle persone, dai progetti concreti di ricostruzione sociale, dalle tante idee e proposte rimaste inascoltate in questi anni, potrà prender vita un nuovo modello di ricostruzione ed un futuro diverso per questo territorio […]». - 25 febbraio 2014, dopo quattro anni, ecco la sentenza per la morte di quattro studentesse nel crollo di una scogliera a Ventotene: QUI.
- Nel novembre 2000 il paese di Ceriana, nell’estremo ponente ligure, a pochi chilometri dal confine con la Francia, all’interno di San Remo, fu sconvolto da un’alluvione che causò, tra l’altro, varie frane e ingenti danni, a cui è seguito un processo per truffa nei risarcimenti. Ho raccolto vari link QUI.
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INTEGRAZIONE del 21 luglio 2014:
La redazione bolognese di “Repubblica” (21 luglio 2014) riferisce che dopo le minacce dei giorni scorsi, le associazioni di categoria, spalleggiate dall’assessore al Turismo dell’Emilia-Romagna, fanno causa ai siti web: “Ingenti danni economici”. Si tratta di una faccenda con parecchi elementi interessanti dal punto di vista socio-antropologico: previsione, rischio, scienza, informazione, comunicazione, audience, deontologia, blaming.
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AGGIORNAMENTO del 17 settembre 2014:
Nella notte del 27-28 febbraio 2010 in Vandée e in Charente-Maritime, sulla costa atlantica francese, 53 persone morirono a causa della tempesta Xynthia, di cui 29 nella sola località di La Faute-sur-Mer. Qui, una cittadina turistica dalla forte urbanizzazione tra gli anni ’90 e 2000, la maggior parte delle vittime fu colta nelle proprie case, allagate dopo l’inondazione di una diga [Wikipédia]. Dopo anni di indagini, alla fine dell’agosto 2013 è stata annunciata l’incriminazione del sindaco di La Faute-sur-Mer (primo cittadino dal 1989 al 2014) e di altri esponenti delle istituzioni e delle imprese edili-immobiliari locali [Libération]. Il processo, cominciato il 15 settembre 2014, li giudicherà per omicidio colposo, un reato che, ritiene l’accusa, è stato perpetrato a causa di una condotta amministrativa quanto meno negligente, ovvero per aver concesso premessi di costruzione in zone pericolose, per aver rifiutato di prendere delle misure di sicurezza e, la fatidica notte, per aver ignorato l’allarme della tempesta in arrivo [Le-Monde] [Chroniques-Judiciaires] [Libération]. La sentenza è prevista per il 12 dicembre 2014.
AGGIORNAMENTO del 15 aprile 2015:
Giuseppe Filetto e Marco Preve riferiscono una notizia dalle forti ripercussioni politiche: a Genova la candidata del PD alle prossime elezioni regionali per la Liguria, Raffaella Paita è indagata per “mancata allerta” all’epoca dell’ultima alluvione del capoluogo ligure il 9 ottobre 2014, quando ricopriva la carica di assessore alla Protezione Civile: “quella sera, nonostante le previsioni meteorologiche sfavorevoli e le fortissime piogge in corso, rimase chiusa fino alla mezzanotte la sala operativa della Protezione Civile in viale Brigate Partigiane a Genova, che avrebbe dovuto coordinare i soccorsi“.