Ieri, 5 novembre 2016, la pagina-Fb “Rischio Vesuvio: informiamoci e attiviamoci” ha raggiunto la cifra di 3500 follower. Gli amministratori, lei astrofisica e lui antropologo, hanno scritto queste parole:
Siamo sempre piuttosto seri, lo ammettiamo, ma oggi ci concediamo uno strappo! Abbiamo appena raggiunto quota 3500 fan e vogliamo ringraziare tutti! Siamo felici di poter raggiungere sempre più persone con un’informazione corretta e di crescere insieme a voi nella consapevolezza e conoscenza del nostro territorio.
Grazie a tutti!
Clementina & Giovanni.
Tra i commenti, lui ha aggiunto:
La nostra pagina è ancora piccola, ma cresce costantemente. Ritengo che sia un esperimento estremamente interessante, a mio avviso addirittura un prototipo di come andrebbe tenuta la comunicazione di un determinato rischio (quello sismico e vulcanico) in una data area (napoletana, flegrea, vesuviana).
Credo che il nostro lavoro abbia due dinamiche: da una parte intende inceppare il grosso e variegato meccanismo del pressappochismo o dell’informazione direzionata (e, sia chiaro, è un fiume che sgorga da tante sorgenti: dagli scranni di potere come dai webjournal improvvisati); da un’altra parte ha un’ambizione ancora più grande, ovvero di mettere in circolo semi di conoscenza e consapevolezza che prima o poi germoglieranno.
Un giorno sarà interessante raccontare pubblicamente il nostro metodo, anzi magari è giusto farne qualche accenno già ora. Si tratta di semplice studio: il buon vecchio studio, ma in una forma nuova: stellare e dinamica. La multidisciplinarietà esiste solo se la si vive, altrimenti è una semplice etichetta, una parola come le altre.
Questo nostro spazio-Fb si avvale di uno sguardo che è il risultato di prospettive scientifiche plurali e trasversali, uno sguardo che tiene conto dei dati vulcanologici e geologici, delle pratiche di protezione civile e di early warning, del sapere storico e politologico, della psicologia sociale e della socio-antropologia del rischio, dell’arte e delle tradizioni popolari. Tutto fa parte del poliedro vesuviano (e, progressivamente, anche flegreo) che tentiamo di raccontare: siamo autonomi e indipendenti, ma dialoghiamo con scienziati dell’Osservatorio Vesuviano, con operatori della Protezione Civile, con funzionari delle istituzioni locali, con ambientalisti e con intellettuali di varia provenienza.
Si tratta di un’esperienza unica perché non c’è nessun altro canale di comunicazione – su questo argomento, su questo territorio e su qualsiasi altro media – altrettanto costante e diretto, eclettico e sfaccettato, rigoroso e accessibile.
Con 3500 persone che ricevono i nostri aggiornamenti, probabilmente è giunto anche il momento di pensare ad una struttura più articolata e organizzata; forse Fb inizia ad essere stretto.